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Agosto 14, 2022 - By:

Riposo lungo

Riposo lungo in cabina? Per i camionisti è previsto da un regolamento comunitario che vieta agli autisti di mezzi pesanti il riposo lungo in cabina. Per gli autisti di mezzi pesanti, autobus e camion, esiste il divieto di trascorrere in cabina il riposo lungo di 45 ore. In base a tale divieto che non è una novità, ma vale in Italia come negli altri Paesi europei, i camionisti e gli autisti di mezzi pesanti non possono dormire in cabina. La sicurezza dei mezzi pesanti è molto importante ed è oggetto di grande attenzione anche in diversi convegni come quello di Dekra per problematiche legate non solo agli orari di guida, ma anche al discorso revisioni (tempi di attesa molto lunghi), concorrenza sleale, ecc.

Il divieto di dormire in cabina per i camionisti è previsto dal regolamento comunitario (il 561/2006) e lo ha ribadito una sentenza della Corte di Giustizia europea a dicembre 2017. Quello che cambia, in ogni Paese, sono solo le modalità e gli importi delle sanzioni.

Il perché ci sia questo divieto di dormire in cabina è motivato essenzialmente ad evitare che l’azienda costringa l’autista a fare il riposo lungo in cabina oltre confine, dove magari non c’è norma o sanzione.

In Italia, il regolamento e la sentenza non sono stati recepiti con una legge, ma il Ministero dell’Interno, il 30 aprile 2018, ha emesso una circolare per definire come fare i controlli sul riposo lungo in cabina e quali sanzioni applicare in caso di violazione. Per i trasgressori, quindi, ci sono fino a 1.701 euro di multa, ritiro dei documenti e intimazione a non proseguire il viaggio fino al compimento corretto del riposo.

“Riposo lungo” in cabina multa quanto cosa?

Cosa vuol dire e cosa si intende per “riposo lungo” in cabina? In pratica, se l’autista (camionista) viene scoperto a fare il riposo settimanale di 45 ore in cabina, secondo il Ministero dell’Interno, sta commettendo una violazione grave, come quelle previste nell’art. 174, comma 7 del Codice della Strada, quindi la multa va da 425 a 1.701 euro.

Inoltre, se la trasgressione avviene tra le 22 e le 7 del mattino, così come accade per il superamento dei limiti di velocità di oltre il 20%, l’importo va aumentato di un terzo (così come previsto dall’art. 195, comma 2 bis del Codice).

L’unico modo per avere uno sconto del 30% è pagare subito, direttamente all’agente accertatore (art. 202, comma 2 bis del CdS).

Per il riposo in cabina, la multa in Italia è a carico dell’autista. All’azienda può essere elevata una sanzione accessoria, prevista nell’art. 174 del Codice della Strada, che va da 327 a 1.305 euro per ogni dipendente.

In Francia, invece, non viene punito l’autista, ma solo l’azienda; la multa la prima volta è di 750 euro, ma in caso di recidiva sale a 30 mila (più un anno di reclusione).

In Belgio e nei Paesi Bassi si sanziona solo l’autista: rispettivamente 1.800 e 1.500 euro.

La Germania è un po’ come l’Italia: autista e azienda, ma gli importi sono diversi, per ogni ora di riposo non fruita regolarmente: 60 euro all’autista e 180 per l’azienda.

Nel Regno Unito le 300 sterline (340 euro) scattano solo per il riposo in cabina fuori dalle aree non ufficiali o autostradali. La Spagna impone sanzioni fino a duemila euro.

Come fanno gli agenti a determinare la violazione? Possono farlo anche a posteriori?

Ci sono Paesi europei in cui la violazione del riposo lungo in cabina può essere rilevata anche a posteriori, desumendo i dati dal tachigrafo, ad esempio il Regno Unito. In Italia, però, questa ipotesi è esclusa; da noi la trasgressione può essere accertata solo nel momento in cui la si commette, e non in un controllo successivo (in strada o in azienda).

 

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